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Alcuni anni fa l'autore scrisse un breve saggio con il titolo "La cultura dei sentimenti". Questo scritto ne è una continuazione. Durante gli studi negli Stati Uniti egli fu colpito dal fatto che i libri di teoria erano integrati da volumi di esercizi. Gli studenti, cioè, dovevano dimostrare di essere capaci di applicare le teorie apprese, risolvendo alcuni casi specifici. Questo romanzo è una specie di esercizio sulla cultura e la carente cultura dei sentimenti. Anna e Giorgio non esistono. Ne esistono miliardi. E di fronte a un amore grande hanno difficoltà ad affrontare con la loro insufficiente cultura questa prova vitale.